Dal regionale al nazionale…

Nel 1990, con l’acquisto di Paolo Butera, funambolico attaccante fiorentino, i giochi sembrano fatti. Ma nella terzultima partita di campionato, prima dello scontro diretto con la seconda in classifica, si infortuna mezza squadra compresi i due portieri e il torneo lo vince meritatamente l’Asciano.
Nella settimana di Pasqua la società partecipa al torneo internazionale “Città di Palinuro”, diverte e fa divertire il folto pubblico uscendo tra gli applausi solo nei quarti di finale ad opera della nazionale Cecoslovacca.
Durante l’estate la FIGC rivoluziona i suoi campionati nazionali e promuove anche la seconda classificata del campionato.
Questo insperato colpo di fortuna costringe la dirigenza fiorentina ad adeguarsi. Prima operazione: trovare un campo di gioco all’altezza. Secondo muoversi rapidamente sul mercato.
Individuato il campo in quello dell’Affrico in Firenze, le novità si susseguono: l’ex giocatore Fabrizio Martini diventa il nuovo presidente, Silvana Andrei vice presidente e Mario Farina si aggiunge al già nutrito staff dirigenziale. Arriva Maurizio Pieri dall’Easy Bazar.
Il nuovo allenatore Walter Cangioli ha le idee precise sulla campagna acquisti ed in un primo momento prende Vanni e Valeriani dal Principe, per poi riuscire a convincere la dirigenza fiorentina e, dopo qualche settimana, far arrivare anche Giuliani, Coli, Morozzi, Michelagnoli ed infine quello che diventerà il simbolo della Firenze del calcetto: l’allora giovanissimo Marco Lo Conte. Praticamente una fusione a rate.
Qualche problema iniziale di amalgama tra i due gruppi, ma poi questa squadra (foto 3) inizia a girare e, se nulla può contro lo strapotere del Pescara di Aldo di Pietro che si involerà vincendo il campionato con settimane di anticipo, disputerà un girone di andata alla grande ed uno di ritorno da “appagati”. Buono anche il passaggio in coppa Italia eliminati solo da BNL.
Nella successiva stagione 92-93, arriva Innocenti, grandissimo personaggio del calcio, come nuovo allenatore. Profondo conoscitore della psiche, le prova tutte, ma si arrende alla fine di un girone di andata non all’altezza delle sue aspettative. Il Brasilia terminerà decimo alla fine di un campionato opaco e dietro i rivali di sempre Easy Bazar e Prato ed anche al San Michele.
Il 93/94 rappresenta un’annata disastrosa. Le partite non si giocano più al Palazzetto dell’Affrico, ma all’aperto e in tre campi diversi. Società in autogestione senza allenatore.
Per pochi giorni non riesce il tesseramento del bomber Di Giosio, che si allena comunque tutta la settimana con la squadra per tornare al sabato con la sua Roma 3Z, mentre il Brasilia perde.
Nonostante l’arrivo di Maurizio Colella, Leonardo Borri, Pani, Lisi, Pellegrini e il ritorno di Pieri il campionato prende infatti una strada insolita: si vince e si pareggia con le prime cinque della classifica finale e si perde con le altre dieci. Finirà con una meritata retrocessione.
Durante l’estate la dirigenza si lecca le ferite e decide la nuova strategia per i prossimi anni.
Per cominciare, via tutti e largo ai giovani, mentre, per far divertire ancora i “vecchi” vengono iscritte tre squadre a campionati amatoriali. Paolo Urbini va al San Michele, Maurizio Colella al Prato, ma nel tempo libero allena la squadra femminile; infine Luca Facchini, capitano allenatore e capo carismatico, con enorme dispiacere di tutti appende le scarpe al chiodo.
Anche se nella formazione ci sono due o tre un po’ meno ragazzini come il portiere Pomposi e il difensore Giuliani gli altri sono veramente giovani e senza esperienza.
E’ davvero dura anche per un signor allenatore partire da zero ed infatti Il coach Valeriani, dopo quattro o cinque passaggi a vuoto, è costretto a richiamare dagli amatori Lo Conte e Benevento per cercare di salvare il salvabile, riuscendoci: il Capitano, con i suoi soliti 40 gol a stagione, riesce a traghettare la squadra in salvo all’ultima giornata del campionato.Lo scampato pericolo fa correre ai ripari la dirigenza e, identificati i punti deboli in vista della successiva stagione 95/96, viene preso dal San Michele il portierone Alessandro Parronchi, richiamato Paolo Urbini, e, dopo un anno di vicissitudini, finalmente può essere tesserato David Gammino. Nel frattempo l’allenatore Valeriani lascia per motivi familiari e la squadra viene affidata a Pomposi con l’aiuto di Urbini. 
L’esperimento funziona. La squadra nonostante la giovane età resta in gioco per il campionato fino a poche giornate dalla fine. Dimostra di aver imparato in fretta, ma ha ancora troppi buchi di rendimento per essere competitiva e comunque ha una difesa troppo allegra per poter avere ambizioni. 
E si arriva così al 96/97: in Estate si comincia a pensare che cosa occorre per fare il grande salto. 
Prima mossa è cambiare nome e chiamarsi Firenze; la seconda ricreare uno staff dirigenziale ancora più efficiente. Infine, trovare due attaccanti e due difensori. 
Formalmente il cambio di denominazione non viene accettato dalla FIGC per ritardo di presentazione, ma per tutti la squadra si chiama già da tempo Firenze Calcio a 5.  Arriva Renato Faggi con l’incarico di direttore generale, mentre i due attaccanti vengono comprati subito. Sono Falciani e Rufi. Subito dopo arriva il roccioso difensore, con il vizio del gol, Andrea Cimini da Prato. Il ritorno, nel mercato di novembre, di Colella, con la sua maniera di organizzare la squadra in campo (alla Fabrizio Rendina per intenderci), stravolge completamente i piani del duo Pomposi-Urbini. I risultati a breve sono mediocri, ma Urbini, personaggio estremamente intelligente, intravede in questa rivoluzione grandissime possibilità di crescita. Da grande personaggio qual è, chiede di poter fare solo il giocatore e, da quel momento, si preoccuperà solo di sfondare le porte degli avversari. Poco dopo il giro di boa, il Firenze è però solo quinto con sette punti meno della capolista. Sembra le faccia tutte apposta per perdere il campionato, ma le quattro compagini che lo precedono fanno peggio, cominciano a perdere punti con le cosidette squadre minori. Si avvertono i primi segni di nervosismo: partite perse a tavolino, ricorsi e contro ricorsi, risse paurose, punti di sutura sul viso della gente, tensione esagerata, isteria collettiva. Sui bollettini del giudice sportivo c’è sempre qualcuno che fa ricorso. Roba da star male. Squadre che sembravano tagliate fuori dal campionato si sono viste così riaprire possibilità impensate e, in tutto questo trambusto, fortunatamente il Firenze fu coinvolto una sola volta, anche se, in un colpo solo, a Livorno perse due punti, Gammino e Urbini. Ma fu l’ultima volta perché i ruggiti di Andrea Rosso, in Brasile per lavoro, arrivarono direttamente a Firenze senza l’ausilio del filo del telefono. Alla quarta di ritorno Faggi manda in campo l’ultimo jolly, Antonio Di Gennaro. Sfortunatamente, il “Dige”, a causa di un fastidioso strappo muscolare, ha potuto giocare solo pochissime, ma determinanti, partite. Oramai, però, la squadra ha già il vento in poppa e, come un rullo compressore, spazza via chiunque si presenti davanti. Era cominciata quella striscia positiva di vittorie che durò, tenendo conto anche del successivo campionato di B, per ben 34 partite. Vinto il proprio girone il Firenze deve affrontare lo spareggio a Monsummano con il San Miniato di Siena e di Fronte ad un pubblico incredibile Firenze e San Miniato danno vita ad un match incandescente e, solo allo scadere del secondo tempo supplementare, i biancorossi con Riccardo Martini hanno ragione per 3 a 2 sulla fortissima formazione di Maestrini.
Di norma, per essere promossi, era sufficiente vincere il proprio girone, ma in quella stagione servivano invece almeno tre partite. Dopo aver superato il durissimo scoglio del San Miniato, il Firenze spareggia con Marche e Umbria. La prima è in Ancona, senza Urbini, Gammino e Lo Conte (per motivi…tecnici): i nostri rimediano una sonora sconfitta per 8-4, che mette in forse l’ambita promozione. Occorrono quattro reti contro gli umbri per passare il turno e in quel di Ponte a Greve, sotto un sole accecante e in un clima tropicale, i gigliati tirano fuori tutta la rabbia che avevano in corpo e con Urbini (due volte), Colella e capitan Lo Conte portano il Firenze in serie B. Mentre tutti festeggiano, si abbriacciano e portano in trionfo mister Pomposi, Paolo Urbini, tra lo stupore dei presenti, armato di martello appende letteralmente…le scarpette al chiodo. Dopo otto stagioni, dopo aver portato per ben due volte il Firenze in serie B, il capitano lascia.

Stagione 90/91 – Serie C regionale, secondi classificati – formazione: Del Bianco, Innocenti, Butera, Becherini, Cherubini, Urbini P., Urbini F, Facchini, Moretti, Benevento, Naldini, Aragrande; allenatore Simone Sarti, dirigenti Carlo Moretti e Raul Urbini, presidente Fabrizio Martini, vicepresidente Silvana Andrei.

Stagione 91/92 – Serie B Nazionale, settimi classificati – formazione: Pieri, Michelagnoli, Urbini P., Urbini F., Cherubini, Facchini, Morozzi, Valeriani, Coli, Vanni, Giuliani G., Lo Conte, Benevento, Aragrande; allenatore: Walter Cangioli, dirigenti Carlo Moretti, Raul Urbini e Mario Farina, presidente Fabrizio Martini, vicepresidente Silvana Andrei.

Stagione 92/93 – Serie B Nazionale, decimi classificati – formazione: Pellegrini, Michelagnoli, Urbini P., Urbini F., Cherubini, Facchini, Morozzi, Valeriani, Coli, Vanni, Giuliani G., Lo Conte, Benevento, Aragrande; allenatore: Innocenti, dirigenti Carlo Moretti, Raul Urbini e Mario Farina, presidente Fabrizio Martini, vicepresidente Silvana Andrei.

Stagione 93/94 – Serie B Nazionale, quindicesimi classificati – formazione: Pieri, Pani, Urbini P., Cherubini, Morozzi, Valeriani, Coli, Vanni, Lo Conte, Benevento, Colella, Di Mauro, Turco, Sanleonini, Di Leonardo; allenatore: Luca Facchini, dirigenti Carlo Moretti, Raul Urbini, Gianni, Antonio e Mario Farina, presidente Fabrizio Martini, vicepresidente Silvana Andrei.

Stagione 94/95 – Serie C1 regionale, dodicesimi classificati – formazione: Pomposi, Ristori, Giuliani R., Giuliani G., Martini R., Gaudesi, Valeriani, Lo Conte, Masi, Gennai, Mazzucconi, Vanni, Benevento; dirigenti Gammino, Gianni, Antonio e Mario Farina, presidente Fabrizio Martini, vicepresidente Silvana Andrei.

Stagione 95/96 – Serie C1 regionale, terzi classificati – formazione: Parronchi, Urbini P., Martini R., Gammino, Bartalucci, Bandini, Lo Conte, Masi, Gaudesi, Ristori, Dei, Toria, Benevento; Allenatore ? Valeriani, dirigenti Gammino, Gianni, Antonio e Mario Farina, presidente Fabrizio Martini, vicepresidente Silvana Andrei.

Stagione 96/97 – Serie C1 regionale, primi classificati – formazione: Parronchi, Zagli, Urbini P., Bacci, Falciani, Rufi, Di Gennaro, Gaudesi, Dei, Martini R., Gammino, Benevento, Colella, Lo Conte; allenatore Mauro Pomposi, dirigenti Gammino, Renato Faggi, Gianni, Antonio e Mario Farina, presidente Fabrizio Martini, vicepresidente Silvana Andrei.

Formazione 1991-1992
In piedi: Martini, P.Urbini, Rosso, Pieri, Valeriani, Farina (dirig.), R.Urbini (dirig.), Cangioli (all.). Accosciati: Lo Conte, Morozzi, Vanni, Coli, Michelagnoli, Facchini.
Formazione 1996-1997
In piedi: Pomposi (all.), Zagli, Cimini, Colella, Rosso, Masi, Parronchi, Falciani. Seduti: Lo Conte, Gammino, Martini, Di Gennaro, Rufi, Dei.

Torna alla pagina principale