Da allenatrice a direttore tecnico mantenendo ben saldo il fil rouge che la lega al futsal. Claudia Tarchiani – figura cardine del Firenze c5, le cui costanti sono passione e continuo aggiornamento – avrà quest’anno il compito di organizzare il campionato nazionale, mettendo a frutto l’esperienza accumulata prima da giocatrice e poi in panchina e di far interagire la realtà della serie A2 con l’universo giovanile femminile della società.
“Sono stata la prima donna a prendere il patentino in Toscana e ho avuto la fortuna di relazionarmi con corsisti come me del calibro di Pippo Quattrini, Sergio Gargelli, Nicola Giannattasio, Ivan Affibiato.
Quando ho iniziato a seguire questa disciplina le squadre erano composte da giocatrici provenienti dal basket o dalla pallavolo, le partite erano prettamente amatoriali e si faceva fatica a spiegare le differenze rispetto al calcio.
Iniziai con il Florence S.C., club maschile di calcio a 11 che contattò me ed altre ragazze dopo un torneo in cui avevamo avuto la possibilità di farci conoscere – racconta Tarchiani –, per poi arrivare a ritrovarmi ad affrontare, da avversaria, mister come David Calabria, del quale avevo letto i libri per approfondire i miei studi di settore”.
Tanta gavetta, importanti soddisfazioni partendo da una semplice UISP e, dulcis in fundo, l’incontro con Mondì e la successiva conquista – sempre da allenatrice – della Serie A2, dopo tre anni di regionale col Firenze, passando da una vittoria in Coppa Toscana.
Questo l’apice della carriera sportiva e il progetto attorno al quale continuano a gravitare tante delle persone che, come Tarchiani, hanno scelto di restare a disposizione del giglio, una volta appesi gli scarpini al chiodo.
“L’ultimo anno col Florence – ricorda il dirigente – ci ritrovammo a non avere più un campo, ma – “provvida sventura” – ecco che arrivò il Firenze con una nuova avventura che mi vede tuttora coinvolta, anche se in altre vesti rispetto a qualche anno fa.
La prima stagione non pensavamo neanche di sopravvivere, invece – sorride – guardando indietro senza la frenesia di dover inseguire a tutti i costi un risultato, mi accorgo del piccolo miracolo realizzato: ho strizzato come un limone tutte le giocatrici, una ad una, e il ritorno è stato incredibile; non finirò mai di ringraziarle.
Per il nuovo Firenze, mi piace immaginare un futuro altrettanto roseo, in cui poter dare tutto il mio supporto e far valere la conoscenza dell’universo sportivo femminile”.
Seguendo la linea tracciata dal club, ancora massimo riserbo sui profili designati, anche se il DS Borrelli e Mister Vannini si sono mossi con disinvoltura sul mercato.
“Quello che posso dire è che ci saranno buone giocatrici, ma solo con i “nomi” non si va da nessuna parte. Saranno molto più importanti le motivazioni e la spinta emotiva: se bravura e carica andranno di pari passo, allora sì che si potrà fare un buon lavoro e scrivere un altro bel pezzo di storia con una squadra che porta il nome di una città meravigliosa come Firenze”.