Ferragosto è passato da un po’, ma in casa Firenze continuano i fuochi d’artificio: anche Elena Galluzzi, storico capitano dell’Isolotto, entra a far parte del roster disegnato su misura dal diesse Borrelli per mister Vannini, due delle persone che l’hanno accompagnata nella sua lunga carriera calcistica.
CURRICULUM A dire il vero, però, il futsal arriva tardi nella vita di Galluzzi che dai 14 ai 30 coltiva un unico grande amore: il softball. “Ho iniziato a giocare a calcio a 5 quando di solito la gente smette”, commenta lei con un sorriso prima di tornare al “diamante”. Bussolengo, Verona, Lucca, Firenze e Fiorentina sono solo alcune delle tappe percorse da Elena che, seppur giovanissima, si ritrova a viaggiare per il mondo (Svezia, Canada, Miami i primi luoghi che le vengono in mente) con la maglia della Nazionale.
Le soddisfazioni arriva una dopo l’altra, ma – a sorpresa e a soli 5 mesi dalle Olimpiadi di Atene – Elena molla tutto. “Ero stanca, tutto qui”. Ma la seconda giovinezza sta per iniziare. Un’amica la invita ad una partita di calcio a 5 e – “fatta eccezione per una rimessa laterale battuta con le mani”, ride mentre ci racconta – trova subito grande feeling col pallone a rimbalzo controllato. In quel periodo conosce Maurizio Colella e firma con la Sancat: è il primo passo verso quel cammino che la porterà ad affermarsi come calcettista, sino a diventare il simbolo del famoso Isolotto.
“In tutto questo non smetterò mai di ringraziare Colella – ci tiene subito a precisare – che magari potrà apparire un po’ orso, ma ha un grande cuore ed è un bravissimo allenatore sotto tutti i punti di vista. Tutto ciò che so di questo sport mi è stato insegnato da lui ed è grazie a lui che potrò continuare, conciliando gli impegni familiari (i due hanno avuto un bellissimo bimbo di 10 anni, Alessandro), lavorativi e sportivi”.
OBIETTIVI “Quando sono andata via dall’Isolotto – continua Galluzzi – sapevo di lasciare “casa”, ma ho preso questa nuova esperienza come una scommessa che mi porterà a rimettermi in gioco in una nuova categoria. Con Paolo e Daniele c’è un’amicizia che dura da tanti anni, ma qui riparto cercando di dare tutto quel che posso: porto a Firenze la mia esperienza e la mia fisicità – chiude – cercando di essere un elemento di supporto anche all’interno dello spogliatoio”.