Una breve pausa, prima di ripartire forte con il futsalmercato. Il Firenze C5 comunica infatti di aver perfezionato il tesseramento di Viola Di Biagio, portiere originario di Piombino, al debutto nel campionato nazionale.
CURRICULUM – Le basta qualche torneo estivo per essere notata e convocata per la serie C: i primi calci sono in campo, poi però capisce che il suo posto è tra i pali ed è lì che ottiene i migliori risultati. Gioca prima a calcio a 11, poi a futsal, distinguendosi nelle varie realtà che gli danno modo di conoscere anche Vannini, tecnico che la segue già ai tempi del Riotorto nel 2017/18. Quando le strade si dividono il legame resta, tanto che oggi i due sono pronti a scrivere un nuovo capitolo col Firenze.
“Paolo è una persona fantastica e un grande mister perché motiva sempre le sue scelte, spiegandoti l’obiettivo che potresti raggiungere seguendo una via piuttosto che un’altra.
Ormai se mi dà un consiglio, non chiedo più nulla – sorride – perché so già che sarà giusto. In più, è anche un grande selezionatore: sa scegliere di chi circondarsi e sa come trattare chi ha intorno.
Ecco lui non si limita ad allenare: è consapevole di avere a che fare con donne con un certo tipo di emotività, senza però mai dimenticare che abbiamo anche i cosiddetti attributi. Lui questo lo ha capito bene ed io mi fido ciecamente”.
E anche per via di questo rapporto che Di Biagio promette il massimo.
“E’ il mio primo anno ad un livello così alto e mi impegnerò al 100% pur di essere all’altezza e chiudere alla grande la mia carriera. Mi aspetto un buon campionato, faccio ancora valere la mia base di ginnastica artistica e reagisco bene dal punto di vista fisico: fortunatamente assomiglio a mio padre e devo a lui anche quell’aspetto mentale che mi spinge a dare il meglio sotto pressione”.
In campo come nel lavoro, infatti, Viola non può sbagliare.
“Sono una tatuatrice, non sono ammessi errori e il mio lavoro è ormai anche uno stile di vita. Ho frequentato il liceo artistico, in seguito ho avuto la possibilità di partecipare alla mia prima convention e mi sono sentita subito a casa. Faceva per me. Quanti tatuaggi ho? A 40 anni ho perso il conto, il primo che ho disegnato sulla mia pelle è stato un cactus, poi ne sono arrivati molti altri. Ci vuole carattere per questo mestiere, ma questo mi ha aiutata anche nello sport ed in particolare nel ruolo di portiere”.