Quattro chiacchiere con Andrea Checcucci, mister dell’U19 del Firenze che ha appena concluso il campionato di calcio a 5 piazzandosi al 6° posto
Complimenti per la stagione, il &à posto è stata una posizione inaspettata o ti aspettavi di più?

Ad essere sincero ad inizio anno non avevo proprio idea di che tipo di campionato sarebbe stato per vari motivi primo tra cui il fatto che avremmo affrontato un campionato con squadre di uno o due anni più grandi di noi e quindi potevo aspettarmi di tutto. Ad ora posso ritenermi soddisfatto per la posizione anche se poi magari con maggiore attenzione durante tutto il campionato avremmo potuto fare meglio.
Dopo un avvio convincente la squadra si è trovata in un loop di sconfitte un po’ per demerito, un po’ per sfortuna e un po’ per inesperienza che vi hanno portato al penultimo posto a dicembre. Come hai fatto a motivare e su cosa hai focalizzato l’attenzione ai tuoi ragazzi per risalire la china?
Anche in questo caso é stata la mancanza di esperienza in primis da parte mia. Avevo un approccio sbagliato nel sensibilizzare e nel motivare i ragazzi in quanto facevo molta leva sulle stimolazioni a livello caratteriale pressando i ragazzi forse anche troppo ottenendo così il risultato opposto. Invece ho imparato che meno pressioni e più rilassati li lascio e più loro rendono se giocano tranquilli. Dovranno però abituarsi anche ad essere pressati a livello mentale se vorranno togliersi delle soddisfazioni il prossimo anno.
Dal gennaio 2018 sei sulla panchina dei ragazzi u19, hai visto qualcuno in particolare sbocciare quest’anno?
Direi che tutto il gruppo ha fatto un gran salto in avanti quest’anno.Fin dal primo giorno ho lavorato per far sì che i ragazzi avessero una propria filosofia di gioco a prescindere da chi andavamo ad incontrare e i primi risultati sono arrivati. Il percorso é ancora lungo e ci sarà tanto da lavorare specialmente x trovare quell’equilibrio mentale e quella continuità di risultati che in una squadra di ragazzi che va dai 15 ai 18 anni non è assolutamente facile trovare e da mantenere.
So che alcuni dei tuoi ragazzi hanno fatto esordio in prima squadra; che emozione hai provato?
Per quanto riguarda l’esordio in prima squadra dei miei due portieri per me é un motivo d’orgoglio. Se poi penso che Manuel ha fatto il suo esordio in categoria a solo 15 anni mi vengono i brividi. Dati alla mano ha scritto un record e un pezzo di storia del Firenze come il ragazzo più giovane di sempre ad aver indossato la maglia della prima squadra e in un ruolo il portiere che sappiamo bene quanto sia difficile. Complimenti davvero ad entrambi.
Nella tua squadra gioca anche tuo figlio Manuel; hai avuto difficoltà a stabilire un giusto rapporto con lui e la squadra??
Questa è la domanda più difficile e non basterebbero due giorni per spiegare bene cosa significhi essere il mister di tuo figlio. É stata dura per me e credo anche per lui. Posso solo dirti che in tutto l’anno solo un ragazzo non è stato convocato per punizione e questo è stato Manuel. Ho sempre cercato di staccarmi dal ruolo di genitore nel valutare e nel decidere e per mia fortuna ho avuto accanto a me Yuri Berti, il preparatore dei portieri, al quale ho sempre lasciato l’ultima decisione su chi far giocare proprio perché in questo modo nessuno mi poteva contestare nulla ma credimi se ti dico che non è stato facile nonostante tutto.
Cosa pensi del futsal a livello giovanile e soprattutto cosa si potrebbe fare di più?
Il futsal a livello regionale deve cambiare e anche tanto. Ti faccio due esempi lampanti che possono renderti meglio l’idea: io l’anno scorso sono stato in Umbria a vedere il torneo delle regioni dal momento che mio figlio era stato convocato con la rappresentativa Allievi. Ci sono delle regioni che sia a livello di gioco ma anche a livello di organizzazione sono avanti anni luce come Lazio, Campania e Veneto. Hanno in rosa dei ragazzi di 15 anni che militano quasi costantemente nelle prime squadre. A livello di gioco di movimenti sembra di vedere tranquillamente una serie B . Vedi la sfrontataggine e la spregiudicatezza di un ragazzo di 15 anni ma con una classe e un eleganza di una persona adulta… strepitoso!!! Un altra cosa assurda é che in Toscana sono stati fatti due campionati u19 uno nazionale e uno regionale ( che poi entrambe giocano in regione) con 10/11 squadre a campionato con il solo risultato di fare una competizione molto corta dove a fine marzo tutto è già finito quando invece se fosse stato fatto un campionato unico a 18/20 squadre avrebbe di sicuro garantito una stagione molto più esaltante e gratificante. Speriamo che cambi presto qualcosa.
Cosa vorresti fare da grande? Ti piacerebbe allenare una squadra di categoria? Il femminile?
Bella domanda, cosa voglio fare da grande. Be’ diciamo che ad ora non potrei nemmeno pensare di vedermi in un altra realtà che non sia il Firenze e soprattutto i suoi giovani. Lavorare con i ragazzi é qualcosa di meraviglioso, spesso molto duro per vari motivi ma allo stesso tempo quello che ti danno i giovani credo che nessuno riesca a dartelo. Io questa maglia e questi colori ce li ho stampanti addosso e quindi da grande vorrei vedere i miei ragazzi con addosso questa maglia giocare in categoria. Che soddisfazione sarebbe per me, la più grande!!
Cosa ti piace di più del fare l’allenatore e cosa ti piace meno?
L’allenatore secondo me e specialmente quello di ragazzi molto giovane x prima cosa deve essere uno psicologo. Devi valutare non solo i mezzi tecnici di un ragazzo ma anche l’aspetto mentale. A quest’età hanno un continuo movimento di “ormoni” una volta ridono e scherzando un altra volta sono tristi e credono che il mondo sia tutto contro di loro. Si esaltano troppo per una vittoria e si deprimono altrettanto per una sconfitta. Il mister deve essere la loro guida il loro farò anche e soprattutto quando le cose vanno male e non c’è cosa più bella per me quando lì vedo felici …. beata gioventù!! Mentre una cosa che detesto? Fare le convocazioni perché si che qualcuno ci rimarrà male
Fai un saluto a chi ci sta leggendo alla tua maniera
É stato un anno intenso forse anche troppo ma non butterei via nulla sia delle cose belle ma soprattutto delle cose brutte perché come sempre ripeto ai ragazzi : se presa per il verso giusto una sconfitta può insegnare molto di più di una semplice vittoria. Grazie a tutti, grazie al presidente che ha creduto in me grazie a Claudia Tarchiani che è sempre stata un punto di riferimento specialmente nei momenti bui grazie a Simone Grisolini perché… lui sa perché. Noi non siamo una società noi siamo una famiglia noi siamo quelli con il giglio sul petto.
PER ESSER DI FIRENZE VANTO È GLORIA.